Negli anni 30 Johannes H. Schultz riprendendo i lavori sull’ipnosi e sulla neurofisiologia del sonno di uno dei suoi maestri, O. Vogt, notò che i pazienti in ipnosi provavano quasi sempre sensazioni di pesantezza e calore: pensò che queste sensazioni sono tra le prime provate alla nascita, quando il corpo non galleggia più nel ventre materno e non è più al riparo dalle differenze di temperatura che l’ambiente esterno ci costringe a sperimentare; il latte caldo inoltre riempie e appesantisce lo stomaco. Quando i muscoli sono rilassati vengono avvertiti come pesanti, abbandonati e quindi pensare a una sensazione di pesantezza porta a pensare di rilassarsi; il fenomeno per cui pensare ad un movimento determina l’attivazione delle stesse aree del cervello che si attivano quando il movimento avviene realmente si chiama “effetto Carpenter”: quindi se si immagina di avere i muscoli pesanti come quando sono abbandonati nei momenti in cui siamo rilassati andrà ad attivare le stesse aree del cervello che si attivano quando ci rilassiamo realmente. Schultz ideò un metodo di auto distensione, il training autogeno, in cui i cambiamenti psichici e corporei provengono dai praticanti spontaneamente (autogenia: dal greco autos, ovvero che si genera da sé) e non sono dipendenti dal soggetto o dal terapeuta (a differenza dell’autoipnosi classica).
Il training autogeno è una tecnica ipnotica di autodistensione e rilassamento che consente di creare armonia tra corpo e psiche; può contribuire a migliorare la salute, le prestazioni, l’autocontrollo e diminuire condizioni nocive per l’organismo come l’insonnia, l’emicrania, disturbi respiratori, cardiovascolari, cutanei e gastro-intestinali. Contribuisce inoltre a ridurre i livelli di stress, ansia e manifestazioni psicosomatiche.
Solitamente si effettua una seduta alla settimana per 8 settimane di circa 50 minuti, ma per apprendere l’autogenia bisogna esercitarsi a casa ripetendo gli esercizi imparati durante le sedute, come per tutte le forme di training: negli 8 incontri si imparano i 6 esercizi inferiori (pesantezza, corpo piacevolmente caldo, battito cardiaco calmo e regolare, respiro calmo e regolare, plesso solare irradiante calore e fronte fresca) e si può utilizzare le ultime 2 sedute per cercare di ottenere la forza necessaria per raggiungere un ulteriore obiettivo chiamato “proponimento” o “proposito”, un obiettivo personale specifico.