Cose da sapere per comprendere meglio i nostri ragazzi
Chi ha avuto a che fare con un adolescente lo sa: comunicare con loro è spesso faticoso e talvolta irritante. Sembra che non stiano ad ascoltare quello che diciamo, non rispondono alle nostre domande, si scocciano subito appena apriamo bocca, quando li chiamiamo per studiare o perché la cena è in tavola, rispondono con un laconico: ”Arrivo subito!” e compaiono solo dopo che strilliamo per l’ennesima volta, quasi fossero caduti in un buco nero dimensionale dal quale riemergono dicendo: “eccomi, ti ho detto che arrivavo, cos’hai da strillare?!”
Questi sono solo alcuni esempi di comunicazione infruttuosa che avvengono quotidianamente in famiglia. Ma prima di perdere definitivamente la pazienza, vorrei spiegarvi alcune cose, che in parte li giustificano e che sapendole, ci evitano di farci arrabbiare troppo.
Prima di tutto dobbiamo sapere che la mente dei nostri ragazzi è ancora un cervello in costruzione. Le neuroscienze oggi ci raccontano che la struttura cerebrale non è statica e non dipende solo dal bagaglio genetico di ognuno di noi, ma anche delle esperienze vissute, dall’ambiente (interno e esterno), dagli apprendimenti. Le sinapsi si modificano per tutta la durata della nostra vita, e quindi possiamo dire che il nostro cervello non smette mai di mutare e maturare.
La NEUROPLASTICITA’ è una delle caratteristiche più importanti del nostro cervello ed è la capacità di modificare la propria struttura (modificando le sinapsi) sulla base delle sollecitazioni che provengono dall’ambiente.
Nel cervello di un adolescente nello specifico avvengono diversi fenomeni:
- POTATURA: alcune connessioni sinaptiche utilizzate da bambino, se non servono più vengono “tagliate” (come vengono potati i rami secchi) e se ne creano altre nuove, stimolate dall’ambiente e dall’apprendimento. Questa è una delle caratteristiche della neuroplasticità di cui ho parlato prima, che porta l’adolescente ad un nuovo processo di individuazione.
- Iperattivazione del SISTEMA LIMBICO (sede delle emozioni): nell’adolescenza spesso tutto diventa tanto, tutto diventa esagerato, ogni emozione viene ampliata e si passa da momenti di euforia in cui è tutto bello a momenti di depressione in cui la vita fa schifo.
- MIELINIZZAZIONE delle fibre nervose: mentre il corpo cresce, crescono anche le fibre nervose attraverso cui passano gli impulsi nervosi e quindi le informazioni che arrivano e partono dal cervello. Queste fibre nervose sono ricoperte da una sostanza chiamata “mielina” che le riveste e le protegge (come il rivestimento di plastica che ricopre i cavi elettrici). In adolescenza, è possibile che, mentre queste fibre vengono rivestite e aumenta la densità della mielina, alcune rimangano temporaneamente scoperte e questo causa un funzionamento irregolare, con una dispersione dell’informazione in entrata e in uscita. Noi ci accorgiamo di questo fenomeno quando ogni tanto facciamo delle domande ad un adolescente e lui non ci risponde subito, come se rimanesse per un attimo imbambolato, oppure quando loro ci parlano e improvvisamente interrompono la frase a metà e noi li guardiamo un po’ dubbiosi chiedendoci: ma avrà capito, avrà dei problemi o sta semplicemente pensando ai fatti suoi?
- Rilascio eccessivo di DOPAMINA nelle situazioni eccitanti. La dopamina è, in parole semplici, l’ormone che ci fa stare bene. È un neurotrasmettitore implicato nel sistema dopaminergico che reagisce nelle situazioni gratificanti (es: mi diverto a chattare con gli amici o a videogiocare e non voglio più smettere, anche se dovrei studiare). Può essere coinvolto anche nelle situazioni di dipendenza da videogiochi, da digitale, da alcool e droghe, ecc.…
- CORTECCIA PREFRONTALE non ancora matura. La corteccia prefrontale è un’area del cervello molto importante, sede delle funzioni cognitive di alto livello (es: controllo delle emozioni, autoregolazione, pianificazione, ecc.…) e che arriva al termine della sua maturazione intorno ai 20-25 anni. La corteccia frontale è quella che ci distingue dai primati e che può inibire, ad esempio, comportamenti inadeguati o rischiosi. Per un adolescente è difficile quindi pianificare lo studio, fare progetti per il futuro, regolare le emozioni, ecc… queste competenze arriveranno, ma vanno gradualmente allenate.
A volte i ragazzi si perdono nei loro pensieri o sono in balìa delle emozioni: questo accade perché la corteccia prefrontale non è ancora del tutto sviluppata, sono in preda all’iperattivazione del sistema limbico e non riescono ad autoregolarsi.
F.E. Jensen, nel suo libro “Il cervello degli adolescenti” scrive: “la parte più importante dell’encefalo umano, l’area dove si soppesano le azioni, si giudicano le situazioni, si prendono decisioni, è nei lobi frontali. È l’ultima regione cerebrale a svilupparsi ed è per questo che dovete essere voi i lobi frontali dei vostri figli finché il loro cervello non sia completamente connesso, collegato e pronto a funzionare per conto suo”.
La corteccia prefrontale non ancora del tutto sviluppata porta quindi a:
- EMOZIONI INTENSE
- COMPORTAMENTI IMPREVEDIBILI
- RICERCA DI GRATIFICAZIONI IMMEDIATE (giocare con i videogiochi tutto il giorno, chattare fino alle 3 di notte perché mi fa piacere, ecc.…)
- SCARSO CONTROLLO E SCARSA CAPACITA’ DI ORGANIZZARSI E DI PIANIFICARE
- GRANDE CREATIVITA’ (va compresa, riconosciuta e sostenuta, per far modo che diventi uno strumento di crescita)
L’adolescenza è l’epoca dell’apprendimento. Le competenze cognitive e il potenziale di apprendimento è altissimo, ma spesso compromesso da iper-emotività e maggiore spinta verso stimoli gratificanti. Le emozioni forti possono causare un corto circuito perché nella preadolescenza e adolescenza abbiamo un disallineamento fra cervello emotivo e cervello cognitivo.
Non bisogna mai etichettare gli adolescenti, mai darli per spacciati, irrecuperabili: il cervello può sempre modificare, dipende dalle esperienze che il ragazzo vive.
Il cervello di un adolescente è UNICO!! Non dobbiamo cadere nell’errore di patologizzare senza motivo i ragazzi. L’irregolarità dei loro comportamenti, non è devianza, ma normalità.
La sfida che dobbiamo raccogliere come adulti è quella di essere solidi, aperti al dialogo e alla comprensione, attivando la consapevolezza che quello che capita nella vita può essere motivo di apprendimento. Il cervello dei ragazzi è plastico, si modifica e trasforma in risposta all’ambiente, generando nuove competenze. Il loro cervello è inoltre costantemente polarizzato fra rischio e opportunità, fra criticità e risorse ed è quindi fondamentale la presenza di un adulto “porto sicuro” che lo sappia accogliere, comprendere, ascoltare e guidare nel mare della vita, finché non sia pronto a navigare da solo.
BIBLIOGRAFIA:
- F.E. Jensen “Il cervello degli adolescenti”
- S. Rossi “Mio figlio è un casino”
- Webinar del CPPP (Centro Psicopedagogico per la Pace) Daniele Danovara